MOBILITA’ SOSTENIBILE E COMMUTING : VERSO UNA ITALIA PIU’ CICLABILE?
CiclismoGeneralePresentazioniRecensioni 20 Maggio 2020 Ilenia Lazzaro
C’è un tema, quello della mobilità ecosostenibile e del commuting, che mai come ora non è più solo una esigenza ambientalista ma vista la pandemia che ci ha colpito, interessa la salute primaria di ogni cittadino. Un tema che è ritornato fondamentale con il rientro al lavoro di milioni di italiani, soprattutto nelle grandi città metropolitane. C’è l’esigenza – in questa Fase 2 e in quella successiva- di attuare il distanziamento sociale sui mezzi pubblici e trovare una valida alternativa all’uso di metro/bus (ridotti in capienza) e soprattutto di auto, che nelle città metropolitane e non solo, creerebbero il caos nelle ore di punta.
Ecco dunque che la bicicletta, spesso bistrattata nel nostro bel Paese, può diventare una risorsa. Finalmente anche la politica capisce che in questo momento, l’unica ALTERNATIVA SICURA , dal punto di vista sanitario, alla portata di tutti e soprattutto ecologica resta la BICICLETTA. E così nascono i progetti di riqualifica ambientale nelle metropoli, con città che pensano a nuove piste ciclabili e a tempo di record pianificano, con una apposita segnaletica e strisce per strada, corsie dedicate alle bici (a Genova, Milano, Firenze già attive). L’articolo 232 del cosiddetto “decreto rilancio”, che dovrebbe essere pubblicato nelle prossime ore sulla Gazzetta Ufficiale, contiene diverse misure per incoraggiare l’utilizzo di mezzi di trasporto più sostenibili. Le modifiche prevedono l’introduzione nel codice della strada dei concetti di “corsia ciclabile” e “casa avanzata” (uno spazio riservato ai ciclisti negli incroci regolati dai semafori) : due strumenti utilizzati in combinazione fra loro in alcune città europee per modificare radicalmente la strada con tempi e costi praticamente nulli e risultati molto significativi. Secondo studi internazionali tra l’altro, la corsia ciclabile rende il ciclista più visibile all’automobilista per via della promiscuità delle due utenze nella strada, cosa che non avviene per la pista ciclabile che – anche a livello mentale- viene vista come a sé rispetto alla strada. Il contro di queste “corsie ciclabili” resta comunque il pericolo legato alla vicinanza con le auto, quindi la prudenza e il rispetto delle norme va sempre mantenuto.
MUOVERSI IN BICI PER ANDARE AL LAVORO : SPESSO PIU’ VELOCE CHE IN AUTO
Le città metropolitane sono quattordici “enti territoriali di area vasta” che hanno sostituito le province omonime. La Legge 7 aprile 2014 n.56 (Legge Delrio[1]) disciplina le dieci città metropolitane delle regioni a statuto ordinario, i cui territori coincidono con quelli delle preesistenti province: Roma Capitale, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria. A queste si aggiungono le quattro città metropolitane delle regioni a statuto speciale: Cagliari, Catania, Messina, Palermo. Se per città metropolitane come Roma (quasi 4 milioni di abitanti) e Milano/Napoli (più di 3 milioni di abitanti) trovare una alternativa ai mezzi diventa fondamentale in questo periodo, con un test abbiamo visto che anche in città molto più piccole, spesso è più veloce spostarsi in bicicletta.
Per 15 giorni abbiamo fatto un test utilizzando, in maniera alternata, l’auto e la bicicletta per recarci in ufficio. Il tragitto da affrontare era di circa 20 km in andata e 20 km in ritorno. La comunità metropolitana di Padova conta circa 410.000 abitanti che ogni giorno si spostano lungo le tangenziali e le varie arterie cittadine, penalizzando i pendolari soprattutto in orario di punta con code a volte kilometriche. Padova è una città universitaria quindi già votata all’uso della bici almeno in centro città. Dal nostro test però abbiamo visto come la BICICLETTA SIA PIU’ VELOCE ANCHE PER TRAGITTI SUPERIORI AI 10 KM!
Specialmente nelle ore di punta, ci abbiamo messo ben 10 minuti in meno che in auto (40 minuti ad una andatura media di circa 27 km/h rispetto anche ai 50-55 dell’auto ferma in colonna in tangenziale!), abbiamo risparmiato circa 4 euro a tratta e consumato ben 300 Kcal medie a tratta! Certo, se si suda è necessario portare un cambio in ufficio (noi disponiamo anche di docce) e spostarsi per 40-50 min con uno zaino bisogna farci l’abitudine ma vi assicuro che ci si può organizzare e che in commercio esistono ora tanti capi tecnici per spostarsi in libertà, praticità e con un occhio anche alla moda.
CASCO SEMPRE ALLACCIATO E… CHE BICI USARE?
Prima che pensiate all’outfit, è importante che pensiate al casco. Il casco va utilizzato sempre, per la vostra sicurezza, anche se pedalate per andare al lavoro. Potete usare quello che già usate per le vostre uscite in bici sportiva o se – vi approcciate alla bici ora- comprarne uno comodo ma tecnico, magari con qualche sensore di sicurezza anti caduta (noi utilizziamo ANGI) e con le luci di segnalazione.
Che bici usare per andare al lavoro? Se siete già dei ciclisti e nel vostro posto di lavoro potete mettere al sicuro la vostra bicicletta potete pensare di utilizzare la vostra bici sportiva, con la bici da strada si va più veloce sicuramente ma la postura è ovviamente meno comoda che in una bici da commuting.
Con i nuovi bonus di acquisto incentivo bici, ebike, monopattini e affini (ne parleremo a Scratch mercoledì 20 Maggio 2020 alle ore 21 su canale Italia 84) può essere interessante però valutare una city bike , magari elettrica, votata al commuting e comoda per spostarsi in città, spesso ricche di rotonde, rotaie ed incroci.
SPECIALIZED LANCIA VADO SL
E’ uscita sul mercato da pochi giorni la nuova Vado SL, la versione Super Light di uno dei modelli e-bikes più famosi di Specialized. Con un peso sotto ai 15 kg (per la precisione 14,900) , la Vado SL è una bici elettrica ideale per spostarsi in città : più maneggevole grazie al peso contenuto, permette di fare le scale e portare la bici in ufficio o sul luogo di lavoro, così come caricarla in auto o utilizzarla in commuting con treni o pullman. Forcella Full Carbon , Future shock 1.5 nella versione top(che sospende il rider anche in strade accidentate), geometria leggermente diversa rispetto al modello Vado (posizione più rialzata per le taglie L-XL e più bassa per le taglie piccole) rende il modello SL più performante e pratico anche nel traffico e nelle strade urbane, spesso ricche di rotonde ed incroci. Pneumatici a 38 con possibilità di montare una copertura che arriva al 42 e poterla utilizzare anche in ambito gravel, la Vado SL presenta lo stesso motore ultraleggero e silenzioso SL 2.1 (lo stesso usato nella Creo SL e nella Levo SL) e fornisce fino a 240 watt di potenza in sincronia con la cadenza fino a 25 Km/h per una pedalata naturale. Nel caso in cui si superi l’assistenza del motore, non vi è alcun taglio o trascinamento fastidioso, solo una pedalata fluida.
Vado SL ha una batteria interna da 320Wh per un’autonomia fino a 130 km e, grazie al Range Extender da 160Wh si possono avere altri 65 km di autonomia. Estraibile, compatto e facile da ricaricare ovunque ci si trovi. La bici è connessa al telefono tramite l’app Specialized Mission Control, dove è possibile modificare il livello di assistenza infinite volte (sia in termini di livello di supporto che di potenza di picco) per ciascuna delle tre modalità: ECO, SPORT e TURBO. L’app personalizza il motore della Turbo Vado SL in base alle preferenze di pedalata.
La Vado SL è dotata di freni a disco per una massima potenza di frenata, un cambio 1x per un facile utilizzo, luci anteriori e posteriori integrate, decalcomanie riflettenti ad alta visibilità, pneumatici riflettenti, sella e impugnature dal design ergonomico.
Per informazioni : https://www.specialized.com/it/it/turbo-vado-sl